Il Coordinamento BRICS nella scena globale: il nuovo libro di Marco Ricceri

 “Il Coordinamento BRICS. Brasile, Cina, India, Russia, Sudafrica nella scena globale. Costituzione, Evoluzione, Prospettive di un Nuovo Modello di Cooperazione Internazionale” è il titolo del libro di Marco Ricceri, in libreria con Armando editore (Pagine 458- Prezzo 29,00).
I BRICS – la sigla che rappresenta il coordinamento degli stati Brasile, Cina, Russia, India, Sud Africa – costituiscono ormai da oltre un decennio una realtà complessa che ha una crescente influenza sul sistema delle relazioni internazionali e delle politiche di sviluppo globale. Il libro illustra il carattere originale e il processo evolutivo di questo importante coordinamento tra stati assai diversi e distanti tra loro anche geograficamente, dalla costituzione alle prospettive attualmente aperte con il progressivo consolidamento della cooperazione interna e la concreta possibilità di un allargamento ad ulteriori stati partecipanti. Gli elementi conoscitivi forniti dai contributi di studiosi ed esperti particolarmente qualificati in materia consentono al lettore di valutare in modo adeguato la natura e le potenzialità dell’iniziativa BRICS e l’impatto che essa può avere sulle principali aree e settori di interesse per lo sviluppo italiano ed europeo.
Il libro, che presenta e approfondisce in modo ben strutturato i molteplici aspetti del coordinamento internazionale BRICS, costituisce un importante contributo della comunità scientifica a comprendere in modo adeguato e corretto la natura, il valore, la portata e la possibile evoluzione di questa iniziativa che si è affermata negli ultimi tempi sulla scena internazionale. Il volume illustra i nuovi processi geopolitici e geoeconomici con l’inatteso ripresentarsi di tensioni tra blocchi contrapposti, chiusure, conflitti e guerre, e con le sfide poste dai cosiddetti “megatrend”, come la rivoluzione digitale, i cambiamenti climatici e demografici, i flussi migratori, le disuguaglianze economiche.
Marco Ricceri, esperto in politiche sociali e del lavoro europee, è segretario generale dell’Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali – EURISPES. Già docente universitario di “Storia del processo di integrazione europea”, “Istituzioni Europee”, “Global Economics”, è membro del Consiglio di indirizzo del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Mercatorum (Roma) per gli indirizzi “Scienze Politiche e Relazioni Internazionali” e “Relazioni Internazionali e Sviluppo Economico”. (aise) 

Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sul Made in Italy, che prevede interventi di valorizzazione, promozione e tutela, tra i quali l’istituzione di un Fondo sovrano, del liceo del Made in Italy e di una specifica Giornata nazionale che si terrà il 15 aprile, ma solo in Italia.
“Finalmente l’Italia ha una legge che tutela e promuove l’eccellenza del Made in Italy” ha commentato il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, secondo cui il decreto è “un provvedimento storico, che segna una svolta nella politica industriale del Paese, volto a stimolare e proteggere la crescita delle filiere strategiche nazionali, contrastare la contraffazione e formare nuove competenze.  A tal fine, sin da gennaio prossimo i giovani potranno iscriversi al nuovo liceo del Made in Italy, che partirà con l’anno scolastico 2024/2025, creato per tramandare quelle abilità che danno lustro al nostro marchio nel mondo. Tra le misure fondamentali, anche la creazione del “Fondo Sovrano”, per attrarre investitori dall’estero per la crescita e lo sviluppo delle filiere strategiche italiane”. Il disegno di legge Made in Italy, collegato alla legge di bilancio 2022, interviene su diversi settori produttivi per valorizzare e promuovere le produzioni d’eccellenza, le bellezze storico artistiche e le radici culturali nazionali, da preservare per la crescita dell’economia nazionale.

ISTITUZIONE DELLA GIORNATA DEL MADE IN ITALY
Il 15 aprile di ciascun anno si festeggerà la Giornata nazionale del made in Italy, al fine di celebrare la creatività e l’eccellenza italiana presso le istituzioni pubbliche, le scuole di ogni ordine e grado e i luoghi di produzione, di riconoscerne il ruolo sociale e il contributo allo sviluppo economico e culturale del Paese e del suo patrimonio identitario nonché di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della promozione e della tutela del valore e delle qualità peculiari delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani.

ISTITUZIONE DEL FONDO SOVRANO
Tra le novità l’istituzione di un Fondo Nazionale del Made in Italy, cosiddetto Fondo sovrano, partecipato dal MEF, aperto alla partecipazione di fondi di investimento e altri soggetti, con la mission di investire nelle filiere dei settori strategici, sin dalla fase dell’approvvigionamento delle materie prime. Lo stanziamento previsto di 700 milioni per il 2023 e 300 milioni per il 2024, rappresenta uno strumento d’azione efficace per sostenere il tessuto produttivo nazionale nei settori di maggiore eccellenza.

IMPRENDITORIA FEMMINILE
La norma incentiverà, poi,  gli strumenti dell’autoimprenditorialità, con risorse finanziarie ai progetti di sviluppo di imprese femminili in tutto il territorio nazionale per agevolare le neo-imprenditrici nell’accesso agli ordinari canali del credito, segnati anche da un consistente incremento dei tassi sui prestiti alle imprese. La misura “Nuove imprese a tasso zero” prevede la costituzione di un’apposita riserva in favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile, mediante rifinanziamento con un’apposita dotazione di 15 milioni di euro.

INCENTIVAZIONE DELLA PROPRIETÀ INDUSTRIALE
La proposta formulata è finalizzata a riavviare il Voucher 3i e ad allargare il novero dei soggetti beneficiari comprendendovi, oltre alle start-up innovative, anche le microimprese di più recente costituzione (le quali ovviamente hanno maggiore bisogno di supporto per l’accesso ai percorsi di brevettazione).

ISTITUZIONE DEL LICEO DEL MADE IN ITALY
È stata prevista l’istituzione del liceo del Made in Italy con l’obiettivo di promuovere le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al made in Italy. Tra le materie di interesse di questo Istituto sono ricomprese anche quelle STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Si rimette ad un successivo regolamento la definizione in dettaglio della relativa disciplina attuativa. Nelle more si prevede una disposizione transitoria al fine di prevedere l’istituzione della prima classa già per l’anno scolastico 2024/2025. Iscrizioni a partire da gennaio 2024.

FONDAZIONE “IMPRESE E COMPETENZE PER IL MADE IN ITALY”
La fondazione ha il compito di promuovere il raccordo tra le imprese che rappresentano l’eccellenza del made in Italy e i licei del made in Italy, al fine di diffondere la cultura d’impresa tra gli studenti e favorire iniziative mirate ad un rapido inserimento degli stessi nel mondo del lavoro.

SOSTEGNO DEL SETTORE FIERISTICO IN ITALIA E AI MERCATI RIONALI
Costituisce fattore cruciale per la conoscenza e la diffusione dell’eccellenza del made in Italy. Per tale ragione è previsto che il Ministero delle imprese e del made in Italy ne promuova lo sviluppo, anche attraverso specifici finanziamenti alle imprese (in particolare nei settori in cui i costi dell’esposizione fieristica costituiscono per le imprese una barriera economica all’accesso) e agli operatori fieristici per sostenere iniziative di coordinamento strutturale e organizzativo volte ad accrescerne la presenza all’estero. Si prevede che siano altresì promossi, attraverso specifici finanziamenti e incentivi, i mercati rionali quali luoghi che svolgono, oltre alla funzione economica e di scambio, funzione di centri di aggregazione e di coesione cittadina, esprimendo forza attrattiva sul versante turistico anche in ragione della loro caratterizzazione culturale e artistica.

TUTELA PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Viene istituito il CONTRASSEGNO PER IL MADE IN ITALY al fine di tutelare e promuovere la proprietà intellettuale e commerciale dei beni prodotti nel territorio nazionale e di un più efficace contrasto della falsificazione.

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CRESCITA E SVILUPPO DEI PRODOTTI INDUSTRIALI ITALIANI
Si è ritenuto necessario un intervento normativo, anticipando la fase nazionale di registrazione, in coerenza con le disposizioni del regolamento UE che riconosce l’IGP ai prodotti industriali, garantendo sin d’ora una maggiore tutela per i prodotti italiani artigianali e industriali. Inoltre, le fasi di lavorazione dei prodotti potranno essere certificate attraverso la blockchain.

POTENZIAMENTO NORME IN MATERIA DI LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE E ITALIAN SOUNDING
Le disposizioni prevedono una riorganizzazione degli uffici giudiziari con lo scopo di favorire la specializzazione dei magistrati in materia di lotta alla contraffazione. Inoltre, vengono modificate le disposizioni in materia di sequestro e di sanzioni amministrative (in senso peggiorativo) per l’acquisto e l’introduzione di merci contraffatte.

RECUPERO DEI MARCHI STORICI
Le imprese titolari o licenziatarie di un marchio registrato da almeno cinquanta anni, o per il quale sia possibile dimostrare l’uso continuativo da almeno cinquanta anni, che intendano chiudere il sito produttivo di origine o comunque quello principale, per cessazione dell’attività svolta notificano preventivamente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy le informazioni relative al progetto di chiusura dello stabilimento e, in particolare i motivi economici, finanziari o tecnici che lo impongono. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy può subentrare gratuitamente nella titolarità del marchio ove lo stesso abbia valenza nazionale, al fine di salvaguardarne la continuità.

FONDO MODA
È stato istituito, presso il MIMIT, il “Fondo speciale per la transizione verde e digitale nella moda” e stanzia 5 milioni di euro per l’anno 2023 e 10 milioni per il 2024. L’obiettivo è quello di sostenere il settore tessile, della moda e degli accessori con riguardo, in particolare, alla promozione e potenziamento degli investimenti funzionali ad assicurare una transizione ecologica e digitale.

VALORIZZAZIONE DELLA FILIERA DEGLI OLI DI OLIVA VERGINE
L’emendamento approvato è volto a valorizzare la filiera produttiva degli oli di oliva vergini, garantendo anche una migliore qualità e tracciabilità delle olive utilizzate per la produzione dell’olio, anche attraverso il Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN).

SETTORE TERMALE
La norma interviene su due piani: – su quello definitorio: consente l’utilizzo delle parole “terme”, “termale”, “acqua termale”, “fango termale”, “idrotermale”, “stazione idrominerale”, “thermae” in presenza di stabilimenti termali a prescindere dalla erogazione di “cure” (mentre secondo la precedente disciplina tali termini potevano essere utilizzati esclusivamente con riferimento alle fattispecie aventi efficacia terapeutica). – sulla parte sanzionatoria: viene integrata la sanzione aggiuntiva della sospensione dell’attività in caso di violazione dell’uso pubblicitario (finora era prevista solo la sanzione pecuniaria).

CITTÀ IDENTITARIE
Viene istituito il registro delle Associazioni nazionali delle Città Identità, quali realtà territoriali che si caratterizzano per le produzioni agricole di pregio, in cui operano organismi associativi a carattere comunale con lo specifico scopo di promuovere e valorizzare le stesse produzioni. La norma assicura la più ampia partecipazione degli operatori dei settori agricoli nella pianificazione strategica degli interventi di promozione delle produzioni di pregio e di alta rinomanza.

Fonte Aise

 

Enit: l’Italia punta alla leadership nello shopping tourism

ROMA – Non si arresta la crescita dello shopping tourism in Italia. Secondo gli ultimi dati di “Risposte Turismo” – società di ricerca e consulenza a servizio della macro-industria turistica – nel 2025 il numero di outlet village e department store attivi nel nostro Paese sfiorerà quota 100 (28 outlet village e 71 department store), rendendo l’Italia sempre più centrale nella geografia delle destinazioni scelte dai turisti, stranieri e non, desiderosi di trascorrere una vacanza all’insegna dello shopping.

DAL 2003 AD OGGI APERTI 24 OUTLET VILLAGE IN ITALIA
Nel dettaglio, dall’analisi effettuata da Risposte Turismo emerge come dal 2003 ad oggi siano entrati in attività oltre 24 nuovi outlet village (in media, più di un’apertura all’anno), per una superficie commerciale totale che, quest’anno, ha raggiunto circa 725 mila mq. Nel 2024 è previsto l’inizio dei lavori di restyling di un centro a Roma e nel 2025 una nuova apertura in Sardegna.

VIA MONTENAPOLEONE SECONDA VIA DELLO SHOPPING AL MONDO PER VALORE RETAIL PER METRO QUADRO
Con riferimento alle vie dello shopping, invece, via Montenapoleone (Milano) sale quest’anno al secondo posto nella classifica mondiale per valore retail per metro quadro (18mila euro, +31% sul 2019, fonte: Main streets across the World, Cushman&Wakefield, 2023).

2,1 MILIONI I TURISTI CHE HANNO SCELTO NEL 2023 L’ITALIA PER UNA VACANZA ALL’INSEGNA DELLO SHOPPING
Per quanto riguarda, invece, i flussi 2023 di shopping tourist in Italia, secondo Risposte Turismo sono 2,1 milioni i turisti che hanno scelto quest’anno il nostro Paese per una vacanza all’insegna dello shopping (+7% sul 2019).
“I dati relativi al binomio turismo & shopping che raccogliamo nella nostra costante attività di ricerca e di analisi delle fonti fanno emergere indicatori positivi sia dal lato dell’offerta che della domanda”, commenta Francesco di Cesare – Presidente Risposte Turismo. “Abbiamo notato quest’anno una particolare dinamicità del settore con un aumento del numero di eventi, di nuovi progetti e iniziative speciali lanciate, su tutte, quelle dei luoghi temporanei dello shopping, la sempre più ricorrente ibridazione tra shopping e ristorazione e lo sviluppo di collaborazioni volte a cogliere la propensione alla spesa dei turisti”, annota di Cesare. “Questo rischia di aprire un gap tra le realtà attive e pronte ad investire rispetto a quelle che si limitano a sfruttare il proprio vantaggio di localizzazione. Shopping Tourism – il forum italiano si propone da sempre come un momento di confronto, analisi e dibattito sul settore attraverso il quale tutti gli operatori del settore possono trarre utili spunti per crescere in questo comparto”.
Il turismo legato allo shopping, sottolinea Ivana Jelinic, Presidente e Ceo ENIT, “consente di amplificare tutta la portata valoriale del Made in Italy. Armonizzare l’offerta turistica con i prodotti che sono rappresentazioni dell’immagine dell’Italia è un atto di consapevolezza dell’esclusività italiana e di tutte le espressioni creative, produttive, artistiche della nostra Penisola. Abbiamo il dovere di diffondere questa immagine nel panorama internazionale nel migliore dei modi anche offrendo pacchetti integrati con le meraviglie del lifestyle italiano che si traducono in prodotti concreti”.
“L’espansione del turismo legato allo shopping – evidenzia Jelinic – rappresenta una chiave strategica per lo sviluppo economico italiano. Introdurre politiche che agevolino l’accesso a circuiti di spesa di livello internazionale così come il miglioramento dell’infrastruttura per facilitare gli spostamenti e collaborare con brand globali può aumentare l’attrattiva dei territori. L’implementazione di programmi di marketing mirati, incentivi fiscali e partnership con operatori del settore sono fondamentali per stimolare il flusso turistico legato allo shopping e garantire un impatto positivo anche sulle dimensioni locali. Inoltre – conclude – grazie all’ introduzione del servizio Tax Free Shopping si promuove un ulteriore incremento dei flussi dell’incoming da tutti quei Paesi altospendenti nel nostro Paese che investono nell’acquisto di prodotti Made in Italy”.

IL FOCUS 2023 SUI TURISTI STATUNITENSI
Per quanto riguarda il mercato statunitense, sul quale quest’anno si è concentrata l’attenzione di Risposte Turismo, l’analisi effettuata mostra come siano sempre Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze le città che – in quest’ordine – tale segmento della domanda associa allo shopping, considerandole destinazioni adatte per svolgere questa attività. Per quanto riguarda altri centri di minori dimensioni, l’indagine ha evidenziato come Bologna e Genova abbiano registrato punteggi superiori ad altre località quali Taormina, Cortina e Capri.
Complessivamente (shopping tourist e non) l’indagine fa emergere come il 91% degli statunitensi in viaggio in Italia non rinuncerebbe all’acquisto di prodotti italiani: su tutti la gastronomia (al 53% tra la tipologia di prodotto che gli americani acquisterebbero “assolutamente”) seguita dagli articoli di moda.
Sempre nell’ambito di questo focus USA, con riferimento alla motivazione che spinge i turisti statunitensi a viaggiare, il 34% del campione afferma di aver viaggiato in più occasioni con l’intento di fare acquisiti, percentuale che sale al 47% considerando tutti coloro che lo hanno fatto almeno una volta. L’indagine, infine, evidenzia come la spesa media giornaliera dei turisti statunitensi in shopping si attesti a 110 euro. Interessante rilevare come anche tra gli statunitensi che non hanno mai viaggiato per shopping, il 16% ha dichiarato che esso conta comunque molto o abbastanza tra le attività accessorie da svolgere quando viaggia. (aise)

Aitana López, l’influencer spagnola dalla bellezza…artificiale

Si tratta di Aitana López un influencer spagnola dalla chioma rosa con migliaia di follower su Instagram. Secondo le stime la giovane influencer guadagnerebbe oltre 10.000 dollari al mese grazie alla sua bellezza… artificiale!

Infatti Aitana è interamente creata con l’intelligenza artificiale. Aitana, che nel sito web dell’agenzia è descritta come “uno scorpione passionale con l’amore per i videogiochi e il fitness” è stata generata partendo da ciò che più piace alla società.

A rivelare il segreto di Aitana è stato il suo ideatore: Rubeñ Cruz, fondatore dell’agenzia di modelle The Clueless, che ha dichiarato di aver pensato di creare Aitana in un momento particolarmente delicato per il suo lavoro.

L’influencer riceve ogni giorno migliaia di messaggi da persone comuni e anche da celebrity che la invitano ad uscire non sapendo che non è reale. A cadere nel tranello anche un famoso attore latino-americano che ha invitato la ragazza ad uscire, ricevendo poi il benservito.

Voi conoscevate Aitana? Cosa ne pensate dell’influencer generata con l’AI?

Kerakoll presenta “H40 Guru della Posa”,

Kerakoll presenta “H40 Guru della Posa”, la prima serie web che racconta il mondo della posa da una nuova prospettiva, attraverso le voci dei professionisti con cui Kerakoll lavora ogni giorno. Il progetto presenta le loro storie in modo autentico e coinvolgente, oltre l’esperienza e le sfide quotidiane.

Ogni episodio è dedicato a un particolare tipo di posa: dalle lavorazioni in quota, alla posa di pietre naturali, da interventi ad alto contenuto tecnico al recupero di pavimentazioni storiche. Le parole e i gesti dei Guru della Posa offrono così nuovi punti di vista sul lavoro in cantiere, evidenziando l’importanza di poter contare su partner affidabili, come la gamma di Gel-Adesivi H40 che ha fatto la storia di Kerakoll.

La linea H40

Da oltre 50 anni, infatti, la linea H40 è il sostegno ottimale per l’incollaggio di ceramica e pietra naturale di ogni spessore e formato, anche in condizioni estreme. Grazie alle sue performance tecniche e alla durabilità garantita nel tempo, la linea H40 di Kerakoll sostiene ogni giorno tutte le persone coinvolte nel mondo della posa, a cominciare dai professionisti in cantiere fino a chi abita e vive gli edifici.

La serie sarà visibile sul sito products e sul canale YouTube di Kerakoll. Gli aggiornamenti sulle uscite di ogni episodio saranno comunicati attraverso i canali social ufficiali e la newsletter di Kerakoll.

Castelnuovo Placemaking Hub. Una piattaforma per l’educazione digitale

Sviluppo delle competenze digitali, crescita delle capacità imprenditoriali e generazione di idee per progetti e iniziative sul territorio: sono questi gli obiettivi di Castelnuovo Placemaking Hub, piattaforma per lo sviluppo delle soft skills nel mondo digitale.

In pieno centro a Castelnuovo Rangone, nei locali dell’ex CNA, in Piazza Brodolini, l’Hub nasce dalla volontà dell’amministrazione comunale, con un investimento di quasi 300mila euro, di unire education (laboratori di robotica – e.DO Learning Center), formazione, facilitazione digitale e coworking, per sviluppare competenze digitali, accrescere le capacità imprenditoriali e generare nuove idee per progetti e iniziative sul territorio. Uno strumento che mira a rispondere alle domande delle imprese in costante ricerca di personale formato e qualificato ma anche alle necessità educative dei giovani, che nell’Hub possono trovare uno spazio di formazione complementare a quella scolastica e acquisire competenze digitali in linea con le richieste del mercato del lavoro.

Presentato nel luglio scorso in un evento al Laboratorio Aperto di Modena, Castelnuovo Placemaking Hub, aperto a tutti 7 giorni su 7,  offre una varietà di servizi e funzioni, tra cui educazione, formazione, coworking e facilitazione, rivolti a diversi target di utenti – cittadini, giovani in età scolare, studenti universitari, liberi professionisti e aziende. Le attività includono percorsi di educazione alla robotica, con l’utilizzo di kit robotici per stimolare la curiosità e l’apprendimento pratico delle materie STEAM (Scienze, Tecnologia, Arte, Ingegneria e Matematica) nelle ragazze e nei ragazzi, oltre a corsi di formazione sulle competenze imprenditoriali, coding in Python, digital marketing e postazioni di coworking per studenti universitari e residenti che desiderano lavorare in remoto.

 

Indagine Istat forze di lavoro: record di occupati in provincia di Modena

Nel secondo trimestre 2023 i settori più dinamici sono il “commercio e turismo” e l’industria. Disoccupazione giovanile ai minimi storici.

Raggiungono il valore record di 333mila gli occupati in provincia di Modena nel secondo trimestre del 2023, lo attestano i risultati dell’indagine Istat sulle Forze di Lavoro elaborati dal Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena. Crescono infatti di 16mila unità gli occupati rispetto a giugno 2022, pari ad un incremento tendenziale del 5,2%, migliore sia del dato regionale (+1,5%) che di quello nazionale (+1,6%). Molto positivo anche il confronto con il 1019, con una crescita del +4,4%.

Di concerto con gli occupati aumentano anche le forze di lavoro, cioè le persone che cercano di entrare attivamente nel mondo del lavoro: grazie ad una crescita del 4,8% si guadagnano 16.000 persone in più, superando così i livelli pre-pandemia. In questo modo calano gli inattivi (-5,5%) e il corrispondente tasso di inattività diminuisce dal 27,5% al 24,5%. Scende infine il numero delle persone in cerca di occupazione (-6,3%), portando il relativo tasso di disoccupazione dal 4,7% al 4,3%.

I settori economici hanno andamenti molto differenti nella dinamica degli occupati: le costruzioni hanno terminato il trend positivo e rimangono costanti rispetto all’anno precedente, così come l’agricoltura; l’incremento maggiore si verifica nel “commercio e turismo” (+6,4%), seguito dall’industria (+5,9%) e dagli “altri servizi” (+4,0%).

Cambia così la composizione degli occupati per settore: gli “altri servizi” hanno la preponderanza con il 39,5% del totale, seguiti dall’industria (38,0%) e dal “commercio e turismo” (15,1%), mentre scende leggermente la quota delle costruzioni (5,7%). L’agricoltura ricopre infine un ruolo marginale nell’occupazione modenese (1,8%).

Degno di nota è il record per la disoccupazione giovanile (15-24 anni), che registra il valore minimo mai raggiunto (8,5%), contro la media regionale del 17,4%.

Tutte le variazioni tendenziali citate si riferiscono al confronto fra la media annuale del periodo “luglio 2022/giugno 2023” e quella del periodo “luglio 2021/giugno 2022”.

Francesca Amadori licenziata dall’azienda di famiglia, contenzioso si chiude con un accordo. La manager lavorerà altrove

Si chiude con un accordo e un addio la vicenda giudiziaria che ha visto schierati su fronti contrapposti Francesca Amadori e l’azienda di famiglia, dalla quale la manager era stata licenziata un anno fa e nei confronti della quale aveva fatto ricorso chiedendo un risarcimento di 2,3 milioni di euro. Il colosso romagnolo delle carni, a sua volta, aveva citato la donna di fronte al tribunale civile per 1,5 milioni di euro sostenendo di aver ricevuto un danno d’immagine. Ieri, la battaglia legale si è conclusa con un accordo extragiudiziale che “consentisse in primis la tutela dell’azienda, quale patrimonio della famiglia, dei dipendenti e della collettività intera”, si legge nella nota diffusa dal gruppo Amadori. L’accordo non segna, comunque, il ritorno di Francesca Amadori al suo posto di lavoro: i destini della nipote del fondatore e dell’azienda di famiglia si separano. “L’azienda augura a Francesca di poter fruttuosamente intraprendere un percorso professionale diverso, fondato sui suoi 18 anni di presenza in azienda nel corso dei quali la stessa ha dimostrato competenza e professionalità”, si legge in chiusura del comunicato stampa congiunto diffuso, che non dà ulteriori dettagli sui termini (anche economici) dell’intesa che chiude il braccio di ferro. Tutto è iniziato lo scorso anno con il licenziamento della donna, che in azienda si occupava di comunicazione e marketing. “Non si presentava al lavoro da molti mesi”, è la spiegazione fornita dall’allora amministratore delegato Francesco Berti (che nel frattempo ha lasciato l’incarico). Francesca accusa i vertici del gruppo Amadori di averla discriminata e fa causa. La prima udienza, a dicembre, si conclude con un nulla di fatto e l’invito del giudice a trovare un accordo.
Fonte Dire

Imprese: cresce l’innovazione al femminile tra le start up

Malgrado la pandemia, l’innovazione al femminile cresce. Sono 2mila le start up innovative femminili registrate a fine settembre 2022, 572 in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Proprio a cavallo dell’epidemia da Covid 19, insomma, molte donne hanno dato vita a questa particolare tipologia di impresa, costituita nella forma di società di capitali, specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico. Come mostrano i dati elaborati da InfoCamere per l’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere, le innovatrici rappresentano il 13,6% del totale delle start up, una quota analoga a quella registrata due anni prima (13,5%). Ma la loro crescita, in questo biennio, è stata notevole (+40%). “La crescente propensione delle donne a impegnarsi in settori imprenditoriali più innovativi, oggi in gran parte ancora appannaggio degli uomini, è un fatto certamente positivo – sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete –. Speriamo che sempre più giovani vogliano seguire questo esempio, scegliendo di laurearsi in discipline Stem, oggi tanto ricercate dalle imprese”.

Settori
Oltre il 70% di queste duemila imprese femminili opera nei servizi alle imprese (1.455). Poco più del 15% invece nelle attività manifatturiere (306) e il 4,6% nel commercio (91). Quote residuali sono attive negli altri settori economici. L’aumento considerevole delle start up innovative va del resto di pari passo con il crescente impegno delle donne nei settori a maggior contenuto di conoscenza, come i Servizi di informazione e comunicazione, le Attività finanziarie ed assicurative, le Attività professionali, scientifiche e tecniche, l’Istruzione e la Sanità e assistenza sociale, che oggi rappresentano quasi il 10% dell’universo femminile che fa impresa.

Diffusione sul territorio
L’innovazione al femminile ha il suo cuore pulsante in quattro regioni, che concentrano più del 50% del totale delle imprese guidate da donne di questa tipologia: Lombardia (470), Lazio (263), Campania (204), Emilia Romagna (143). In valori assoluti, invece, i saldi più consistenti si sono registrati in questi due anni in Lombardia, Lazio, Campania e Toscana. Se si guarda invece alla totalità delle imprese femminili, queste sono più diffuse al Centro e nel Mezzogiorno, dove rappresentano oltre il 23% dell’imprenditoria totale, con punte del 27% nel Molise, del 26% in Basilicata, di oltre il 25% in Abruzzo e di più del 24% in Sicilia e in Umbria.

Le imprese femminili in Italia
Nel complesso, a fine settembre 2022, le imprese femminili sono più di 1 milione 342mila e rappresentano il 22,18% dell’imprenditoria italiana. Tra i settori a maggior tasso di femminilizzazione le Altre attività dei servizi (in cui le imprese femminili sono oltre la metà), la Sanità e assistenza sociale (37,21%), l’Istruzione (30,92%), le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (29,21%), l’agricoltura (28,13%) e il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (26,54%).

Dati Unioncamere: lieve aumento delle imprese giovanili in Emilia-Romagna

Continua l’aumento delle imprese giovanili in Emilia-Romagna, secondo quanto emerge dai dati del Registro delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere regionale. Alla fine del 2022 sono salite a quota 29.490 con un incremento di 265 unità (+0,9%) rispetto alla fine del 2021, soprattutto grazie alle costruzioni e ai servizi diversi dal commercio.
È proseguito, seppur più contenuto, il trend avviato con il primo trimestre del 2021. Al contrario, la tendenza si è confermata negativa per le imprese regionali non giovanili (-0,9%, -3.422 unità).
Dal 2018 l’andamento delle imprese giovanili regionali è risultato migliore di quello a livello nazionale, con la sola eccezione del secondo semestre 2020. Con l’avvio del 2021 il tasso di crescita (variazione) delle imprese giovanili regionali è divenuto positivo e forte e ha decisamente sopravanzato quello nazionale, che è risultato ancora negativo, come non era mai avvenuto in precedenza. A fine 2022 le imprese giovanili a livello nazionale sono diminuite di 11.269 unità (-2,4%) rispetto a un anno prima.
Sono le costruzioni (+7,6%) per una consistenza totale di 5.534 aziende e gli altri servizi (+1,4%), che raggiungono quota 12.358 unità, a sostenere la crescita. Prosegue, seppur in tono minore, il recupero di quelle attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+0,7%), per un totale di 2.541 aziende.
I maggiori segni negativi arrivano dall’industria (-4,4%) e dal commercio (-3%) per un totale, rispettivamente, di 2014 e 7043 imprese attive. Fonte ANSA