Raccontiamo la vita di Maria Beatrice d’Este, l’unica modenese, e italiana ad essere salita sul trono d’Inghilterra e passata alla storia come Mary of Modena. La storia di un lungo viaggio che ha portato una adolescente di 15 anni ad abbandonare la sua amata Modena e il suo sogno di entrare in convento, per ricoprire un ruolo importante fino a diventare l’ultima Regina cattolica del Regno d’Inghilterra, in forza del matrimoni con Giacomo Stuart II, anche se per soli quattro anni.
Maria Beatrice D’Este nacque il 5 ottobre 1658 nel Palazzo Ducale di Modena, residenza dei suoi genitori, Laura Martinozzi e Alfonso IV d’Este. Nacque nove giorni prima della morte del nonno, il Duca Francesco I d’Este, ammalato di malaria durante la guerra e morto a Santhià il 14 ottobre di quell’anno. La nascita di Maria fu quindi passata quasi inosservata perché coincise non solo con la morte del grande duca modenese ma anche con l’ascesa del padre Alfonso IV come governatore di Modena. Due anni dopo la madre Laura mise al mondo un rampollo, il fratello Francesco con grande giubilo generale. Maria e Francesco ricevettero una severa educazione religiosa e morale. In particolare la principessa fu educata dal padre gesuita Garimberti e da donna Matilde Bentivoglio che fondò a Modena il monastero delle Carmelitane Scalze; la giovane imparò a parlare e scrivere in italiano, francese e latino. Con la morte del padre Alfonso, avvenuta nel 1662 a causa della gotta e della tubercolosi la vita di Maria cambiò: la madre Laura, poiché il fratello Francesco era troppo piccolo, divenne reggente del ducato di Modena. Profondamente religiosa e riflessiva, Maria non amava la vita di corte tant’è che all’età di 9 anni, concepì l’idea di diventare suora, decisione maturata durante la frequentazione con le monache della Visitazione, dette visitandine, nel convento eretto nei giardini del Palazzo Ducale.
Questo era l’obiettivo di vita di Maria. Ma poi accadde qualcosa che cambiò irreversibilmente i suoi piani.
Nel 1670, quando Maria non aveva ancora dodici anni, si pensava a lei per un buon matrimonio. Come si usava a quei tempi, le bambine di case illustri venivano fin dall’infanzia destinate a questo o quel nobile soprattutto per ragioni politiche. Anche per i principi, all’epoca, il matrimonio era politicamente importante. Proprio in quel periodo la corte inglese cercava moglie per il Duca di York, fratello di Carlo II Re d’Inghilterra, quest’ultimo senza figli, per assicurare la discendenza al trono. Giacomo era vedovo con due figlie legittime, Mary e Anne. Cattolico dichiarato, aveva venticinque anni più della sua sposa, sfregiato dal vaiolo e affetto da balbuzie. Fu così fatta una lista di fanciulle di famiglie regnanti in tutta Europa. Il Duca fu attratto dalla quattordicenne Maria Beatrice dopo averne veduto il ritratto. Nelle corti europee Maria godeva fama di essere bella, buona, colta, onesta e molto religiosa, quindi la donna ideale per il futuro re, convertitosi da poco al cattolicesimo. Le trattative matrimoniali, gestite a Modena dal Conte di Petersborough, ambasciatore del Re d’Inghilterra e ospite del Conte Ugo Molza, furono però condotte con molta difficoltà. La quattordicenne Maria, infatti, oppose una ferma resistenza al matrimonio imposto. Con le monache della Visitazione, piangendo, si confidava:” Perché non sono nata in una povera capanna, contadina, avrei potuto scegliere il mio stato!”. la salutò calorosamente a Parigi, dove Maria fece tappa, donandole una spilla del valore di £ 8.000.
Più fredda fu invece l’accoglienza del popolo inglese. Il Parlamento, composto da protestanti, reagì con sospetto alla notizia di un matrimonio cattolico, temendo che si trattasse di un complotto “papista” contro il Paese e minacciò di annullare il matrimonio. Il primo incontro tra Giacomo e Maria avvenne a Dover il primo dicembre 1673 per poi proseguire a Londra. Dopo inizi non certo facili, la giovane si adattò agli usi e costumi della corte inglese e al suo ruolo di principessa consorte sostenendo in tutto Giacomo, che divenne ben presto per lei un importante punto di riferimento. Maria cercò di stringere amicizia con le due figliastre, Maria (che diventerà Maria II d’Inghilterra) e Anna, ma nonostante gli sforzi fu sempre considerata a corte come “la figlia del papa”. Rimase comunque apprezzata e riconosciuta le sue qualità morali e intellettuali e il suo mecenatismo: si circondò di artisti, filosofi, poeti e musicisti, famoso fu il suo salotto letterario.
Maria, dal 1674 al 1692 ebbe numerose gravidanze portate a termine sebbene funestate dalla morte precoce dei bambini. Molti, soprattutto a Modena, nutrivano dubbi sulle morti improvvise dei piccoli Stuart, tra questi anche Francesco, il fratello di Maria e la madre Laura. Tuttavia le autopsie ufficiali non diedero alcun esito. Rimane il fatto che, dei sette figli di Maria nati vivi, sopravvissero all’infanzia solo quelli cresciuti in esilio.Il 16 febbraio 1685, re Carlo II morì improvvisamente e il fratello Giacomo nominato suo successore. L’incoronazione avvenne il 23 aprile 1685 nell’abbazia di Westminster, con gran sfarzo e Maria divenne Regina consorte del Regno d’Inghilterra, Scozia e Irlanda.
Dopo aver soggiornato a Bath, famose terme inglesi nella speranza che le sue acque miracolose aiutassero il concepimento, Maria Beatrice riuscì a rimanere incinta alla fine del 1687. Mentre i cattolici si rallegrarono, i protestanti, che fino a quel momento avevano tollerato il governo cattolico di Giacomo perché non aveva eredi cattolici, erano preoccupati. Forte fu quindi la delusione quando, nel 1688, nacque il sospirato erede Giacomo III. Un figlio maschio, forte e sano. A quel punto la prospettiva di un Paese protestante governato da una dinastia cattolica scatenò un’aperta rivolta. La nascita del principino fu subito calunniata come un imbroglio. L’opinione popolare considerava il bambino un falso erede, anziché figlio legittimo, figlio di una presunta Mrs Gray poi barbaramente trucidata per mantenere il segreto e introdotto clandestinamente nella camera del parto della Regina, in sostituzione del figlio vero ma morto e spacciato per autentico pur di garantire la successione. Questa voce fu ampiamente accettata come un fatto dai protestanti, nonostante i numerosi testimoni della nascita e sebbene la successiva indagine del Privy Council abbia affermato che la notizia era certamente falsa. Fu l’inizio della Gloriosa Rivoluzione, o della Rivoluzione senza sangue, che privò Giacomo III del suo diritto al trono inglese , perché non era ritenuto il vero figlio del re e, in seguito, perché era cattolico. Il re Giacomo II fu abbandonato da tutti e cacciato, il trono fu dichiarato vacante e salì al trono sua figlia primogenita Maria II, che era protestante, con il marito Guglielmo d’Orange. Giacomo Stuart e Maria Beatrice dovettero fuggire in Francia, in esilio nel castello di Saint Germain – en – Laye e sotto la protezione del Re Sole che sostenne la causa giacobita. Da qui cercarono in ogni modo di rientrare in Inghilterra e di far riconoscere il figlio quale unico legittimo erede al trono inglese. Alla morte di Giacomo II, avvenuta nel 1701, Maria Beatrice, chiamata dai giacobiti “La Regina dell’acqua”, assunse la reggenza in nome del figlio tredicenne. Durante la vedovanza Mary trascorse la sua vita con le monache del Convento di Chaillot. Qualche anno più tardi, dopo la morte di Guglielmo d’Orange un gruppo di Lords fedeli agli Stuart propose a Beatrice il riconoscimento a favore del principe quale sovrano da parte del Parlamento inglese a condizione che abbracciasse, almeno formalmente, la fede protestante. Fu tutto inutile, Giacomo, chiamato anche il”Cavaliere di S. Giorgio” oppose un netto rifiuto col quale rinunciò apertamente al trono. Ilresto della vita di Maria fu spesa nel proteggere e nel tentativo di rendere suo figlio il legittimo re di Gran Bretagna. Quando il Re di Francia, Luigi XIV morì, il suo sostegno finanziario fu interrotto e Maria Beatrice trascorse il resto della sua vita nella tristezza e nella povertà. Morì di cancro al seno nel 1718, diciassette anni dopo il marito, e fu sepolta nel Convento della Visitazione.