LA MIA SFIDA PER L’INCLUSIONE DIGITALE

Intervista a Marta Luesma, cittadina spagnola che da sedici anni vive a Modena. E’ fondatrice di Includia, un’azienda specializzata in tecnologie immersive per favorire l’inclusione di persone con disabilità

Dove hai vissuto in Spagna? Quali sono state le tue esperienze formative e lavorative?
Sono nata a Saragozza, capoluogo della Regione spagnola dell’Aragona, al Nord della Spagna. Saragozza è una grande città ma che è riuscita a mantenersi a misura d’uomo. È facilmente vivibile, molto attiva sia a livello economico che sociale. A Saragozza ho studiato Giurisprudenza,
specializzandomi in Diritto dell’UE e ho iniziato il mio percorso lavorativo in ambito accademico, sia all’Università che in altri Enti formativi. Saragozza è considerata una città Smart dove trovano posto ecologia, innovazione, creatività, energia verde ed anche un eco-quartiere simbolo della rinascita della città.

Hai lavorato 20 anni in aziende, sia in Spagna che in Italia. Di cosa ti occupavi precisamente?
In Spagna avevo iniziato a lavorare sia all’Università che in altri Enti di Alta Formazione, e facevo delle consulenze sia alle aziende che all’Amministrazione Pubblica, sempre in materia di Diritto e Fondi Europei.

Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?
Per la migliore delle ragioni…mi sono innamorata da un ragazzo italiano! Correva l’anno 2006 quando, tramite un’amica italiana, ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito. È stato un colpo di fulmine e 6 mesi dopo esserci conosciuti mi sono trasferita a Modena. Anche se ero venuta diverse volte con i miei genitori in visita in Italia, non ero mai stata a Modena, Ovviamente conoscevo la città per la Ferrari, l’aceto balsamico e il lambrusco però non l’avevo mai visitata.

Come è nata l’idea di aprire la tua startup Includia? Perché il focus sul tema dell’inclusione?
Dopo diverse esperienze lavorative, sono approdata in un’azienda elettronica impegnata in collaborazioni con diverse realtà innovative. Una di queste mi ha introdotto nel mondo delle tecnologie immersive e delle loro infinite potenzialità, in particolare nel mondo della disabilità. L’idea di utilizzare queste tecnologie per aiutare gli altri in un’ottica di inclusione ha origine dall’analisi di dati molto precisi: nell’Unione Europea vivono 87 milioni di persone con qualche forma di disabilità, persone che non hanno le stesse opportunità nella vita delle altre persone. Spesso le scuole o i luoghi di lavoro, le infrastrutture, i prodotti, i servizi e le informazioni non sono tutti accessibili a loro. Da anni il tema dell’inclusione è diventato il focus di tante politiche sia nazionali che europee. Perché una società che abbraccia l’inclusione ne trae numerosi vantaggi, tra cui una forza lavoro più diversificata, una maggiore innovazione, una base di consumatori più ampia e una maggiore stabilità sociale.

Cos’è la tecnologia immersiva?
Si tratta di una tecnologia all’avanguardia e rivoluzionaria che si sta espandendo in vari settori professionali e aziendali che cercando di incorporare la tecnologia immersiva per le loro esigenze aziendali. La tecnologia immersiva livella la realtà della persona portando la tecnologia digitale,
sia sotto forma di mondo digitale o simulato, in un ambiente reale. E’ una esperienza capace di risvegliare i sensi. Il mondo digitale può essere vissuto in tanti modi: da una parte porta il contenuto virtuale nell’ambiente circostante, oppure trasforma il mondo fisico della persona in un ambiente virtuale grazie ad una grafica super interattiva e sorprendente. Le esperienze immersive creano divertimento, come se gli oggetti fossero intorno a te o tu fossi lì intorno. Questo creerà un’illusione che rende senza confini distinguere il mondo reale da quello virtuale

Tecnologie innovative come la Realtà Virtuale e la Realtà Aumentata o la tecnologia domotica possono aiutare a migliorare l’autonomia e l’indipendenza delle persone con disabilità. Qualche esempio?
Questa tecnologia, che può sembrare anche un po’ fantascienza, è completamente diffusa e accessibile. Mi spiego con un esempio: le tecnologie della realtà virtuale consentono di creare tour ed escursioni virtuali, immergere la persona nell’emozionante mondo dei musei, delle installazioni artistiche e delle ricostruzioni di valori culturali così come nuovi concetti di show musicali in realtà virtuale o esperienze sportive eliminando possibili limiti e barriere e creando delle esperienze specifiche per le persone con disabilità. Utilizzando, invece, la realtà aumentata. si può adattare il materiale didattico per le esigenze di
ogni bambino con bisogni educativi speciali in modo da personalizzare il suo apprendimento, partecipando alla vita di classe e all’insegnamento in un modo più inclusivo e autonomo. esplorare le implicazioni per l’apprendimento che hanno luogo alle frontiere della realtà in cui il virtuale e il reale si integrano per creare nuovi scenari di apprendimento

Puoi raccontarci, in breve, la storia di una persona che, grazie a questi strumenti, ha cambiato la sua vita?
Giorgio M., un ragazzo tetraplegico, che grazie al nostro metaverso accessibile riesce a navigare con i movimenti del suo volto in un ambiente virtuale dove può incontrare persone nella stessa situazione socializzando con loro, scambiando esperienza, informazioni, ecc.

Il concetto di inclusione in Spagna rispetto all’Italia?
In Spagna le politiche per favorire l’inclusione sono partite in ritardo rispetto all’Italia. Tuttavia, negli ultimi decenni si siano fatti grandi passi in avanti grazie ad un profondo cambiamento culturale sia nella terminologia, fondamentale per creare consapevolezza, sia nelle politiche attive in materia di
inclusione, non solo in ambito dell’inclusione scolastica ma anche di acquisizione di diritti a livello sociale.

Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo e sociale rispetto all’Italia? 

Italia e Spagna condividono modelli delle politiche attive molto simili, sia in ambito lavorativo che sociale. In Spagna c’è stato un grande avanzamento in entrambe le politiche che hanno portato ad un consolidamento di numerosi diritti sociali. Altro elemento chiave dello sviluppo economico di
Saragozza è lo sviluppo delle industrie digitali, attraverso la tecnologia e l’innovazione, potenziando la formazione delle nuove professionalità anche nell’ambito della disabilità.

Progetti per il futuro?
Attraverso Includia continueremo a dare il nostro contributo per costruire un mondo più inclusivo e accessibile, con progetti dove la tecnologia diventa un potente strumento per raggiungere quest’obiettivo. Continueremo a collaborare in modo sempre più intenso con enti, aziende ed istituzioni per creare una rete di soggetti attivi che possano cambiare la percezione della disabilità dalla base.

 

Intervista di Laura Corallo pubblicata sul magazine ‘Arte di Vivere a Modena’

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *