UN LONDINESE A MODENA… PER AMORE

C’è chi parte per inseguire la carriera, chi per fuggire da un Paese che non lo soddisfa, chi invece lo fa per amore: è questo il caso di David Steiner, cittadino inglese e residente a Modena dal 1997 . La sua decisione di trasferirsi in Italia è stata dettata dal cuore, per seguire la donna che poi è
diventata sua moglie, Rosy. Oggi David lavora a Modena come consulente per startup innovative e aziende in cerca di investitori stranieri.

David Stainer, raccontaci di te  
Sono nato a Londra nel 1965 da una famiglia vissuta a Londra da generazioni. Dopo gli studi superiori mi sono trasferito a Birmingham per frequentare l’Università alla facoltà di ingegneria industriale ed economia, conseguendo la doppia laurea. Nel 1987 sono entrato nel mondo del
lavoro come commercialista tirocinante presso la Kpmg, una delle società più importanti nel campo della revisione e consulenza manageriale mentre nel 1992 ho avuto l’abilitazione per svolgere l’attività di commercialista.

Quando hai visitato l’Italia per la prima volta?
Ero solo un bambino quando, insieme ai miei genitori, ho affrontato un viaggio indimenticabile in Italia e la città di Firenze mi è rimasta nel cuore. Così, nel 1992, quando la ditta per cui lavoravo mi propose un possibile inserimento nell’ufficio di Firenze, lo accettai con entusiasmo. Purtroppo all’ultimo momento l’opportunità di venire in Italia sfumò così accettai un altro incarico a Rio de Janeiro dove rimasi fino al 1995. Tornato a Londra la mia vita è cambiata: ho conosciuto la donna che poi sarebbe diventata mia moglie. Lei, Rosy, modenese d’adozione, soggiornava a Londra per motivi di studio. L’iniziale colpo di fulmine si è trasformato in amore, così ho preso in considerazione l’opportunità di trasferirmi in Italia. Ho iniziato a lavorare, proprio a Firenze e
sempre con la Kpmg, come revisore, assistendo un’azienda importante di Bologna a quotarsi in Borsa, e poi mi sono specializzato nell’affiancamento di aziende straniere in cerca di opportunità di investimenti in Italia. Nel 1997, ho ottenuto la residenza a Modena anche se ero sempre fuori casa
per lavoro.  

Di cosa ti occupi qui a Modena?
Dal 1997 in poi, ho potuto avere una ricca vita professionale con la possibilità di acquisire nuove capacità personali e prospettive culturali, oltre a sviluppare competenze in diversi ambiti tecnici. Ho lavorato a Milano, Firenze e Roma ma sempre sulla scena internazionale sia in due dei “Big4” sia nell’industria potendo conoscere settori nuovi come quelli aerospaziale e difesa e della tecnologia all’avanguardia.  Tre anni fa, con ormai tanta esperienza alle spalle, ho aperto la mia società di consulenza, Boss Advisory, con sede a Modena, la mia città adottiva.  Basandomi quindi in un luogo con un forte tessuto imprenditoriale e tradizioni nell’innovazione notevoli, ora seguo startup innovative fino ad aziende medio piccole strutturate in cerca di investitori stranieri oppure desiderose di affacciarsi sul mercato nazionale o straniero. Allo stesso tempo, continuo di collaborare con studi internazionali su progetti specifici. 

Cosa ti lega ancora all’Inghilterra?
Sicuramente la mia famiglia. Mia madre e mio padre vivono ancora a Londra e io e la mia famiglia trascorriamo con loro le vacanze estive. Sono ancora molto legato a quei luoghi, alla mentalità creativa e cosmopolita ed anzitutto alle amicizie storiche. Ma non solo. Dal 2011 vado ogni tanto a Londra in quanto parte del Keats-Shelley Memorial Association dopo la mia nomina come tesoriere della Keats-Shelley House, l’ultima dimora di John Keats che si trova accanto alla scalinata di Piazza di Spagna a Roma, dove il celebre poeta vi morì, nel 1821 a venticinque anni. Il nostro patron è Carlo d’Inghilterra, il Principe di Galles. Nel 1906 la casa in cui morì Keats fu interamente acquistata dalla Keats-Shelley Memorial Association mentre nel 1909 fu aperta al pubblico. Migliaia di visitatori ammirano le collezioni di quadri, sculture, manoscritti, oggetti e prime edizioni delle opere di Keats, Percy Bysshe Shelley e Lord Byron, ovvero i più importanti esponenti della seconda generazione romantica inglese. Ogni anno l’Associazione e lo staff della casa museo organizzano eventi per commemorare la vita dei poeti e promuovere l’espressione scritta in genere; l’anno prossimo, con il bicentenario della morte di Keats in vicinanza, ci saranno
tante belle iniziative nel Regno Unito e a Roma per celebrarla. 

A Londra avete la Monarchia. Conoscere la Regina Elisabetta II è il desiderio di chi ama la cultura e la lingua inglese. Hai mai avuto occasione di conoscerla?  
Sì, oltre dieci anni fa io e Rosy siamo stati invitati ad un Tea Party nei giardini di Buckingham Palace. E’ stato un meeting molto partecipato anche se, purtroppo, non siamo riusciti ad avvicinare la Regina e conoscerla personalmente. Siamo invece rimasti piacevolmente impressionati dalla cordialità e socievolezza del principe Filippo, Duca di Edimburgo e consorte della Regina. E’ stata un’occasione unica nel suo genere. Sono molti i connazionali che vogliono lavorare o fare impresa in Inghilterra. A tuo parere quali sono i vantaggi di business per una azienda italiana che vuole fare questo passo?
Sicuramente in Inghilterra un’azienda ha più possibilità di ottenere finanziamenti e capitali in modo più veloce, flessibile e con meno costi.  Meno burocrazia e più libertà alle aziende. Al contrario in Italia trovare finanziamenti e/o investitori è più difficile e più caro mentre il venture capital non è ancora così sviluppato in Italia come all’estero. Per questo tante aziende cercano di ampliare le proprie opportunità di business aprendosi ad altri mercati, da quello inglese fino alle
aziende con sede nellgli USA o nei paesi del Commonwealth britannico. A Londra le opportunità di crescita per una azienda sono favorite anche da un massiccio ricambio di personale qualificato che lascia spazio per le nuove sfide. Non dimentichiamo che Londra è il più importante hub finanziario
e tecnologico in Europa e destinazione privilegiata per le startup e le aziende innovative.  

A proposito di Brexit, sono tante le domande che un’eventuale uscita del Regno Unito dall’Europa solleva. A suo parere quali sono i vantaggi e gli svantaggi per un cittadino inglese residente all’estero?
Non sono un esperto ma è possibile che gli effetti della Brexit colpiranno quei cittadini inglesi residenti all’estero che hanno sposato il progetto ‘Europa’.   Io, pur essendo residente a Modena, non ho la cittadinanza italiana ed ora devo valutare il percorso della doppia cittadinanza, italiana e inglese, che hanno le mie due figlie. Per persone come me che abitano qui da anni, sposato e con una professione dovrebbero cambiare poco le cose con la Brexit, ma non vedo particolari vantaggi.  Anzi, sono sorte tante incertezze che riguarderanno la vita del cittadino a lungo termine. Dopo la Brexit, per certe cose oggi agevolate all’interno della comunità europea, sarà necessario fare tutte le pratiche. Ma il problema più importante, a mio parere, è la salute. Oggi, in quanto
cittadino inglese residente in Italia, ho pieno accesso al sistema sanitario italiano. Dopo la Brexit, invece, non è detto che ciò permanga ed allo stesso tempo non avrò diritto alle prestazioni sanitarie in Inghilterra essendo un non-residente.  Ci auguriamo che con il tempo si attenuino i disagi mettendo mano agli accordi bilaterali considerata anche la massiccia presenza di italiani in Inghilterra (circa 400.000 iscritti all’Aire, Anagrafe italiana Residenti all’Estero) e 200mila già iscritti al Settlement Scheme, la piattaforma del governo britannico per permettere ai cittadini Ue residenti nel Regno Unito di mantenere i propri diritti.

Quali sono le lezioni positive che hai imparato dopo aver vissuto la vita in Italia e a Modena?
L’Italia é piena di bellezze e gli italiani hanno grandi qualità e così si viene ad apprezzare la vita al di fuori di quella lavorativa. In più, gli italiani hanno la capacità di districarsi nelle situazioni più complicate. In base alla mia esperienza i modenesi sono bravi nel problem solving – ma si deve sapere come prenderli e gestire le sfide quotidiane.  Sicuramente vivendo e lavorando a Modena e in tante città italiana nel corso della mia vita, ricche di storia, cultura, tradizione ed innovazione, ho imparato ad essere più flessibile, paziente ed aperto sapendo che ogni persona che incontri ha il suo carattere e un modo personale di vedere le cose. Non si può generalizzare. Insomma, occorre capire le sfumature di ogni situazione ed altrettanto gli stimoli vanno vissuti al massimo.

Intervista di Laura Corallo pubblicata sul magazine ‘Arte di Vivere a Modena’

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