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IL VIAGGIO DELLA MIA VITA: VIAGGIARE

Intervista alla sociologa modenese Milena Casalini, Dirigente presso la a Direzione Ausl di Modena e  Presidente del Cug (Comitato Unico di Garanzia) in qualità di esperta in Sociologia e Salute di Genere nell’ambito del contrasto alle discriminazioni.

Milena, come è nata la tua passione per i viaggi?

Il viaggio rappresenta una parte essenziale della mia vita.
Vedere posti nuovi e conoscere nuove persone mi entusiasma da sempre. Ho iniziato a viaggiare, in gruppo e per conto mio, dall’età di 20 anni. Poi, nel 1995 ho iniziato a viaggiare con Avventure nel Mondo (AnM) e dal 2004 sono diventata Tour Leader. AnM è un’associazione che dagli anni Settanta si occupa di esplorazione turistica, soprattutto in Paesi lontani e sconosciuti, al di fuori dei canali di turismo organizzato. Le mete abbracciano tutti i paesi del mondo, compresi i loro problemi come guerre o carenze igieniche. Si tratta quindi di un approccio ben diverso dalle agenzie classiche che evitano sempre le zone a rischio. Li definisco, in sostanza, viaggi di conoscenza, autentici e sostenibili, incontro e scoperta di terre, culture e popoli. Come Tour Leader mi occupo del coordinamento e conduzione dei gruppi e dell’attività culturale che promuove la cultura del viaggio.

Di cosa si occupa il Tour Leader?

ll tour leader è un viaggiatore esperto, il punto di riferimento del gruppo per tutta la durata del viaggio e supervisiona il fondo cassa di tutto il gruppo. Il suo compito è quello di creare coesione tra i partecipanti, gestire i rapporti con le persone del luogo ed arricchire il viaggio con l’esperienza e le conoscenze acquisite negli anni. Tra le competenze del Tour leader la conoscenza delle lingue straniere e destrezza nel risolvere problematiche che si possono creare, oltre ad ottime capacità organizzative e di relazione con i componenti del gruppo. Hai visitato 56 paesi in tutto il mondo, prevalentemente in modalità ‘discovery’, cioè in scoperta, attualmente codificata con la dicitura ‘viaggi in libertà’.

Parlaci di questo tipo di viaggio ‘hard’ rispetto a quelli più strutturati.

Il turismo d’avventura è fisicamente stimolante, adrenalinico. Al di là delle attività specifiche e delle esperienze, lo spirito dell’avventura è determinata dallo stato d’animo e dall’approccio del partecipante. Non c’è dubbio, poi, che l’approccio alla scoperta apre all’ azione e alla sperimentazione. Ti obbliga a stare in stretto contatto con la popolazione locale, ti fa vivere il posto che visiti in maniera totale, in ogni suo aspetto e sfumatura. Non è quindi una esperienza passiva ma un percorso anche interiore, una sfida intellettuale grazie all’esplorazione di nuovi luoghi e all’interazione diretta con le diverse culture che matura trascorrendo tempo con la gente del posto e mangiare cibo locale. Questo tipo di viaggio è un modo per mettere alla prova se stessi, imparando anche a gestire situazioni di disagio e riuscendo sempre a cavarsela in condizioni estreme. Essendo un viaggio all’avventura è possibile cambiare giorno per giorno o durante l’itinerario. Viaggiare secondo le proprie regole, lasciarsi trasportare dal luogo e spesso anche dagli imprevisti è una delle cose che queste tipologie di esperienze ti lasciano dentro.

I modenesi sono più viaggiatori o vacanzieri?

Modena, come tutte le città emiliane, offre numerose opportunità di conoscere e incontrare persone che sono più viaggiatori che vacanzieri. La differenza è fondamentale. Non si va in vacanza per cercare relax e divertimenti ma si viaggia per scoprire. In termini più adatti si può usare ”backpacker, il turista che viaggia con lo zaino in spalla che si muove con lo scopo di sperimentare su se stesso tutti i modi di vivere al meglio un paese, entrare in contatto con le persone, conoscere e sperimentare emotivamente. Il passaggio emotivo è la parte fondamentale di un viaggio. Ammetto che fare un viaggio con 10-15 kg sulle spalle non è per tutti perché giustamente per molti quando arriva il tanto atteso periodo delle ferie l’unico desiderio è rilassarsi. Ma ci sono anche persone che non vedono l’ora di mettersi in strada e iniziare a percorrere chilometri e chilometri alla scoperta di luoghi unici e spesso lontani dai circuiti più turistici.

Quali sono i paesi che hai amato di più e che in qualche modo ti hanno cambiata?

Non c’è una gerarchia, tuttavia posso suggerire una rosa di paesi che offrono esperienze capaci di creare dei cambiamenti profondi. Senza dubbio un viaggio in India rappresenta una esperienza di vita molto forte. Il ‘Bharata’, come viene definito nella Costituzione indiana presenta una grande varietà di religioni, culture, paesaggi popoli che vivono ancora molte difficoltà che la nostra cultura ha dimenticato e difficili da comprendere. Poi la Cina che, nell’ultimo secolo, è diventato un laboratorio sociologico e socio economico veloce e complesso. Conoscerla, anche attraverso la sua storia millenaria, diventa una pietra miliare per comprendere il suo impatto a livello globale. Gli Stati Uniti, ricca di contraddizioni culturali e sociali talmente radicate e complesse che in Europa facciamo fatica a capirle. Ho amato visitare il multietnico Perù, sede in passato di grandi civiltà e che ha conservato una cultura autentica proprio perché il territorio ha subito meno influenze causate dalla conquista degli europei. Aggiungo poi paesi più piccoli ma particolari come il Giappone oppure Cuba con le sue sperimentazioni socio politiche affiancate dal loro amore per la musica e una grande forza insita nello spirito meticcio di questo popolo. In Europa, da conoscere anche per l’aspetto naturalistico, menziono l’Irlanda, luogo pullulante di arte e musica. Infine i Paesi dell’Est Europa, come l’ Albania, che osservano con estrema ammirazione l’Italia ma che si differenziano per una grande voglia di riscatto e una capacità di guardare in modo propositivo al futuro.

Raccontaci la storia di due donne incontrate in occasione di questi tour e che ti hanno particolarmente colpito?

Il primo incontro durante un viaggio in Yemen, un paese perennemente in guerra, difficile da scoprire e spesso inaccessibile anche ai viaggiatori più esperti. La società yemenita è una società tribale che ha norme sociali che limitano ulteriormente il ruolo delle donne e che impongono ad esse ruoli specifici, ad esempio sull’aspetto sociale, limitandole ai lavori domestici e all’allevamento solo i figli. Eppure, mi ha colpito il coraggio di una ragazza di 25 anni che, contro ogni convenzionel sociale, ha scelto di affermare se stessa nel lavoro, operando come guida turistica. In India, invece ho conosciuto una donna padovana di 60 anni, libera, avventurosa, con un bagaglio esperenziale e di vita. Era una viaggiatrice esperta, sia in gruppo che in solitaria, e aveva avviato attività imprenditoriali commerciando oggetti che acquistata nei Paesi del Terzo Mondo. Sono rimasta colpita dalla sua incredibile autonomia e personalità, costruita nel tempo anche grazie ai numerosi viaggi ed esperienze.

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